Nel 2025, l’accesso al corso di laurea in Medicina potrebbe subire una svolta radicale. L’obiettivo è quello di affrontare la cronica carenza di medici in Italia, ma sarà davvero la soluzione giusta?
Con l’annuncio della nuova riforma, si parla di eliminare il classico test d’ingresso e lasciare l’iscrizione aperta al primo semestre a tutti gli aspiranti medici.
L’accesso al secondo semestre, invece, sarebbe vincolato dal superamento di esami specifici e da una graduatoria nazionale. Ciò significa che la selezione non sarà abolita, ma posticipata rispetto al tradizionale test d’ingresso.
Nei prossimi scroll analizziamo le implicazioni del disegno di legge che punta a rivedere le modalità di accesso ai corsi di laurea in Medicina e Chirurgia, Odontoiatria e Protesi Dentaria, e Veterinaria.
La carenza di medici: una sfida ancora irrisolta
La carenza di medici è un problema che affligge l’Italia da anni e, anche con l’eliminazione del test d’ingresso, l’accesso alle Scuole di Specializzazione in Medicina rimane un punto cruciale.
Senza un significativo aumento delle borse di specializzazione, il rischio è che molti laureati non trovino spazio per completare il percorso formativo.
Nel 2023, su 16.165 borse di specializzazione bandite, solo 10.000 giovani medici si sono immatricolati, lasciando migliaia di posti vacanti.

Un altro nodo critico è la distribuzione disomogenea dei medici in Italia: alcune regioni soffrono di una grave carenza di medici, mentre altre hanno un surplus di professionisti.
A ciò si aggiunge l’allocazione non equilibrata delle borse di specializzazione: discipline come Dermatologia, Pediatria e Neurologia sono tra le più richieste, ma con un numero di posti insufficiente rispetto alla domanda.
Al contrario, specializzazioni come Medicina d’Emergenza-Urgenza restano spesso scoperte: nel 2023, il 55% delle borse è rimasto vacante.
Il fenomeno dell’emigrazione dei medici italiani
Un altro dato preoccupante è il crescente numero di neolaureati che lasciano l’Italia per lavorare all’estero, attratti da condizioni economiche e lavorative migliori.
Ogni anno, circa 1.500 medici scelgono di emigrare subito dopo la laurea, contribuendo ulteriormente alla carenza di professionisti nel sistema sanitario nazionale.
Ma quindi la riforma per definire le nuove modalità di ammissione alla facoltà di Medicina risolverà davvero la carenza di medici?
Sebbene l’abolizione del test d’ingresso sembri facilitare l’accesso a Medicina, non risolve il problema strutturale della carenza di medici.
Per affrontare davvero la questione, sono necessarie misure concrete, tra cui:
- Un aumento delle borse di specializzazione
- Migliori condizioni lavorative per medici e specializzandi
- Una pianificazione equa nella distribuzione delle specializzazioni e delle risorse sul territorio nazionale.
Senza queste azioni, la riforma rischia di posticipare il problema senza mai affrontarlo alla radice, lasciando la carenza di medici in Italia una sfida ancora irrisolta.
Nonostante le criticità, le Scuole di Specializzazione in Medicina rappresentano una scelta professionale gratificante.
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