Le parole possiedono un potere straordinario: possono commuovere, persuadere, incantare e trasformare il pensiero di chi ascolta o legge. Questo potere cresce quando il linguaggio viene modellato con artifici espressivi, capaci di creare effetti che superano il semplice significato letterale. In questa guida sulle figure retoriche troverai un elenco completo con definizioni ed esempi pratici, per comprendere e usare consapevolmente questi strumenti fondamentali della comunicazione.
Cosa sono le figure retoriche
Le figure retoriche sono artifici del linguaggio che trasformano il modo in cui un messaggio viene percepito e compreso, rendendo il discorso più vivace, efficace ed emotivamente coinvolgente. Ogni figura rappresenta una deviazione consapevole dall’uso comune della lingua, usata per potenziare l’impatto comunicativo.
Non appartengono solo alla letteratura o alla poesia: le troviamo anche in discorsi pubblici, pubblicità e nel linguaggio quotidiano, ovunque si voglia persuadere o emozionare. La loro origine risale alla retorica classica greca e latina, l’arte del dire (rhetorikè téchne), che codificava le tecniche per rendere un discorso efficace. Le figure retoriche sono quindi strumenti concreti della retorica, usati per modulare l’effetto delle parole su chi ascolta.
Classificazione delle figure retoriche
Le figure si dividono in tre categorie: suono, significato, posizione. Possono anche sovrapporsi, rendendo la retorica uno strumento versatile e potente.
Figure retoriche di suono
Agiscono su musicalità e ritmo, coinvolgendo direttamente l’udito. Molto usate in poesia per creare armonia e suggestione sonora.
Approfondisci
- Usano ripetizioni di suoni per generare musicalità, enfasi e imitazioni di suoni naturali.
- Il suono diventa parte del significato e arricchisce l’esperienza di lettura e ascolto.
Figure retoriche di significato
Modificano il senso letterale creando nuove associazioni e immagini tramite sostituzione, trasferimento, amplificazione o attenuazione.
Approfondisci
- Rendono evocativi i concetti complessi, intensificando emozioni e stimolando la riflessione.
- Trasformano un messaggio semplice in un’esperienza emotiva e intellettuale più profonda.
Figure retoriche di posizione
Intervengono su ordine e struttura della frase per ottenere enfasi, equilibrio e solennità alterando la sintassi normale.
Approfondisci
- La riorganizzazione degli elementi crea ritmo e suspense e mette in evidenza concetti chiave.
- Utile nei registri elevati per ottenere effetti di solennità e memorizzazione.
Elenco completo delle figure retoriche con esempi
Allitterazione
Definizione: Ripetizione di suoni consonantici uguali o simili in parole vicine.
Effetto: Musicalità e ritmo, facilita la memorizzazione.
Esempio: “Fresche le mie parole ne la sera”.
Anafora
Definizione: Ripetizione di una o più parole all’inizio di frasi o versi successivi.
Effetto: Enfasi e ritmo incalzante sul concetto ripetuto.
Esempio: “Per me si va ne la città dolente… Per me si va ne l’etterno dolore…”.
Antitesi
Definizione: Accostamento di parole o idee di senso opposto.
Effetto: Evidenzia contrasti e tensione concettuale.
Esempio: “Pace non trovo, e non ho da far guerra”.
Chiasmo
Definizione: Disposizione incrociata (A-B / B-A) di elementi sintattici o semantici.
Effetto: Equilibrio formale e memorabilità.
Esempio: “Il piacere degli onesti, onesta è la tua pace”.
Ellissi
Definizione: Omissione di parole sottintese ricostruibili dal contesto.
Effetto: Sintesi e incisività.
Esempio: “Io (vado) a casa, tu (resti) qui”.
Enjambement
Definizione: Spezzatura di un’unità sintattica tra fine verso e inizio del successivo.
Effetto: Attesa e rilievo della parola isolata.
Esempio: “E caddi come corpo morto / cade”.
Eufemismo
Definizione: Sostituzione attenuata di un’espressione cruda o sgradevole.
Effetto: Mitiga l’impatto emotivo o sociale.
Esempio: “È venuto a mancare” per “è morto”.
Iperbole
Definizione: Esagerazione per eccesso o difetto.
Effetto: Forte enfasi emotiva, cattura l’attenzione.
Esempio: “Te l’ho detto un milione di volte!”.
Iperbato
Definizione: Inserimento di elementi fra parole che dovrebbero essere contigue.
Effetto: Solennità, rilievo di termini chiave.
Esempio: “Dell’ira tua tremenda io sento il gelo”.
Litote
Definizione: Affermazione ottenuta tramite negazione del contrario.
Effetto: Attenuazione elegante che rafforza il concetto.
Esempio: “Non è male” per “è buono”.
Metafora
Definizione: Sostituzione basata su somiglianza implicita senza comparativi.
Effetto: Immagini suggestive che chiariscono concetti astratti.
Esempio: “Capelli d’oro”.
Metonimia
Definizione: Sostituzione per contiguità (autore/opera, causa/effetto, contenente/contenuto…).
Effetto: Sintesi concettuale e concretezza.
Esempio: “Bere un bicchiere” (contenente per contenuto).
Onomatopea
Definizione: Imitazione di suoni naturali tramite il linguaggio.
Effetto: Vividezza sensoriale e immediatezza.
Esempio: “Tic tac”, “din don”.
Ossimoro
Definizione: Accostamento di termini logicamente opposti nella stessa espressione.
Effetto: Paradosso apparente che esprime complessità.
Esempio: “Silenzio assordante”.
Personificazione
Definizione: Attribuzione di caratteristiche umane a oggetti/animali/astrazioni.
Effetto: Coinvolgimento emotivo e vividezza narrativa.
Esempio: “Il vento sussurra tra le foglie”.
Similitudine
Definizione: Paragone esplicito introdotto da “come”, “pare”, “sembra”, ecc.
Effetto: Chiarezza tramite confronto concreto.
Esempio: “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”.
Sineddoche
Definizione: Sostituzione quantitativa (parte/tutto, singolare/plurale, genere/specie).
Effetto: Sintesi rappresentativa dell’insieme.
Esempio: “Vela” per “nave”.
Sinestesia
Definizione: Incrocio di sfere sensoriali diverse nello stesso sintagma.
Effetto: Immagini sensoriali complesse e suggestive.
Esempio: “Urlo nero”, “musica dolce”.
Zeugma
Definizione: Un unico verbo regge più complementi di natura diversa.
Effetto: Sorpresa e vivacità tramite accostamenti inattesi.
Esempio: “Ha preso il treno e una decisione importante”.
Adynaton
Definizione: Condiziona un evento a qualcosa d’impossibile.
Effetto: Sottolinea l’assurdità o l’irrealizzabilità.
Esempio: “S’io fossi foco, arderei lo mondo”.
Anadiplosi
Definizione: Ripetizione all’inizio di un verso/frase dell’ultima parola del precedente.
Effetto: Coesione e intensificazione del concetto.
Esempio: “Mi sembrava contento / contento più che mai”.
Anastrofe
Definizione: Inversione dell’ordine naturale delle parole.
Effetto: Enfasi e tono solenne.
Esempio: “Allor che all’opre femminili intenta sedevi…”.
Apostrofe
Definizione: Interpellazione a persona assente, cosa o idea personificata.
Effetto: Intensifica il pathos e il coinvolgimento.
Esempio: “O natura, o natura…”.
Analogia
Definizione: Accostamento per somiglianza implicita tra realtà lontane.
Effetto: Sintesi intuitiva di concetti astratti.
Esempio: “Il cuore sta al corpo come il motore all’automobile”.
Antonomasia
Definizione: Nome proprio per comune o viceversa.
Effetto: Identificazione immediata tramite epiteto.
Esempio: “Il Sommo Poeta” (Dante).
Allegoria
Definizione: Narrazione/immagine con significato ulteriore e profondo.
Effetto: Trasmette valori morali o idee astratte.
Esempio: “La lupa” come cupidigia nella Commedia.
Anagramma
Definizione: Cambio d’ordine delle lettere per formare altra parola.
Effetto: Gioco di senso, sorpresa semantica.
Esempio: “Silvia / Salivi”.
Asindeto
Definizione: Accostamento senza congiunzioni.
Effetto: Rapidità e dinamismo.
Esempio: “Venne, vide, vinse”.
Figura etimologica
Definizione: Ripetizione di parole della stessa radice.
Effetto: Intensifica e armonizza il dettato.
Esempio: “Vivere una vita”, “selva selvaggia”.
Climax
Definizione: Sequenza in crescendo (o calando) d’intensità.
Effetto: Tensione emotiva verso un culmine.
Esempio: “Probabile, certo, certissimo”.
Epifora
Definizione: Ripetizione alla fine di frasi/versi successivi.
Effetto: Rinforzo del concetto conclusivo.
Esempio: “Sogna i rami d’oro, gli alberi d’oro, le foreste d’oro”.
Epanadiplosi
Definizione: Stessa parola in apertura e chiusura di verso/frase.
Effetto: Circolarità e forte enfasi.
Esempio: “Piace alla gente che piace”.
Catacresi
Definizione: Uso figurato stabilizzato per mancanza di termine proprio.
Effetto: Concretezza descrittiva.
Esempio: “Collo della bottiglia”, “gambe del tavolo”.
Enumerazione
Definizione: Serie di elementi in successione (spesso con asindeto/polisindeto).
Effetto: Accumulo, ricchezza, ritmo.
Esempio: “Le donne, i cavalier, l’armi e gli amori”.
Ipallage
Definizione: Attribuzione di qualità a un termine vicino anziché al proprio.
Effetto: Spostamento poetico del significato.
Esempio: “Le mura dell’alta Roma” (anziché “le alte mura di Roma”).
Ironia
Definizione: Dire il contrario di ciò che si intende.
Effetto: Distanza critica o comicità.
Esempio: “Bene!” per disapprovare.
Pleonasmo
Definizione: Ridondanza espressiva intenzionale.
Effetto: Enfasi e chiarezza colloquiale.
Esempio: “A me non me ne importa”.
Perifrasi
Definizione: Giro di parole al posto di un termine diretto.
Effetto: Solennità o attenuazione.
Esempio: “Quei che volentieri perdona” per “Dio”.
Preterizione
Definizione: Dichiarare di non voler trattare un tema trattandolo.
Effetto: Ironia e complicità con il lettore.
Esempio: “Non ti dico quanto mi dispiace…”.
Paronomasia
Definizione: Accostamento di parole dal suono simile ma significati diversi.
Effetto: Gioco fonico e vivacità.
Esempio: “Pregio del mondo e fregio di natura”.
Polisindeto
Definizione: Ripetizione della congiunzione in sequenze coordinate.
Effetto: Rallentamento solenne, enfasi di ogni elemento.
Esempio: “E parli, e rida, e canti…”.
Poliptoto
Definizione: Ripetizione della stessa parola in funzioni morfologiche diverse.
Effetto: Sottolinea il nodo concettuale.
Esempio: “Cred’io che ei credette ch’io credesse”.
Prosopopea
Definizione: Far parlare persone assenti, oggetti o idee.
Effetto: Drammatizzazione e intensità lirica.
Esempio: “Italia mia, benché il parlar sia indarno…”.
Reticenza
Definizione: Interruzione improvvisa che lascia intendere il seguito.
Effetto: Suspense, pudore, sottinteso espressivo.
Esempio: “La sventurata rispose.”
🎓 Conclusione
Le figure retoriche sono strumenti linguistici che ampliano e arricchiscono le possibilità espressive della lingua italiana. Conoscerle e saperle usare non serve solo a livello accademico, ma aiuta a comunicare in modo più efficace, creativo ed elegante in ogni contesto dalla scrittura alla retorica. Sperimentarle consapevolmente permette di trasformare un’idea semplice in un messaggio capace di emozionare e coinvolgere. Così, ogni uso creativo del linguaggio mantiene viva una tradizione millenaria, dimostrando che la retorica non è solo ornamento, ma una vera arte della parola che unisce bellezza e comprensione.
Domande Frequenti
- Figure di suono – agiscono sulla musicalità (es. allitterazione, assonanza, onomatopea);
- Figure di significato – modificano il senso delle parole (es. metafora, similitudine, ossimoro);
- Figure di posizione – riguardano l’ordine o la sintassi (es. anastrofe, ellissi, climax).
La metafora elimina il confronto diretto, fondendo i due elementi: “È un leone”.
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